Sarcofago costruito con lo stile del noto ebanista del seicento francese: la sua tecnica consisteva nell'eseguire intarsi con ottone dorato e tartaruga, ottenendo due disegni uguali ma invertiti, che prendono il nome di intarsio "prima parte" (Positives) e "controintarsio" (Négatives) quello che si otteneva con gli "scarti" del primo.
Telaio realizzato in massello di Rovere (Quercus Petraia).

La parte decorativa è quindi costituita, a seconda del modello, da: Ottone, Acciaio (Aisi 316), Corno di Bue e Madreperla policroma (Haliotis Awabi), mentre il cosiddetto fondo del mobile è un tipico prodotto di ebanisteria, quindi costituito da una lastra di Tartarugato ed Ebano.

Sui quattro angoli del coperchio il maestro intagliatore Tino Resmini ha scolpito esclusivamente a mano un decoro floreale, l’effige stilizzata di una foglia di Felce (Pteridophyta).

Verniciatura rigorosamente lucida con laccatura ad effetto specchiato, spazzolata a mano, mentre gli intagli angolari hanno finitura satinata opaca che da maggior risalto a contrasto della tarsia.

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